Sentivo di essere nella più assoluta indeterminatezza e non capivo se quello che stavo vivendo fosse realtà o finzione, ma ero troppo eccitato per pormi domande. Vero, falso… Che importava? Kanac aveva concesso un’occasione imperdibile; non l’avrei sprecata con inutili masturbazioni cerebrali. Piuttosto mi sforzai di intuire dove fossi finito e quali delizie mi attendessero, peccato che c’era un buio pesto che più pesto non si può, e per quanto mi sforzassi non vedevo niente neanche a un pisello dal naso. Provai almeno a sgranchire le gambe, ma constatai con amarezza che il corpo rifiutava di rispondere ai comandi; stavo rigido e fermo che manco una mazza di scopa. Proprio sul punto di realizzare quella strana condizione, un piagnucolio si diffuse nell’oscurità.
-Oh, andiamo Frank! Non cominciare a frantumare le pa…-
– Non riesco a muovermi! Mi manca l’aria! Sto soffocando! –
Beh, in effetti c’era una strana puzza e non tirava neanche un fiato di vento, ma francamente non avevo intenzione di guastarmi l’esperienza per stare appresso ai capricci di Frank.
-Dacci un taglio. Cerchiamo di capire dove siamo finiti. –
– Non lo so Max, non si vede un accidente. –
– Okay, ma se non possiamo muoverci una cosa è certa. Siamo oggetti. –
– Non dovevamo fidarci di quel tizio, lo sapevo. –
– Smettila, cretino! Kanac sa quello che fa. Non sarà così male. –
– Non così male?! Sei fuori?! Puzza di fogna qui. –
In quel momento ringraziai di non avere le mani. A volte con le isterie di Frank ero seriamente tentato di rifargli la dentatura a suon di cazzotti.
-Riflettiamo. Abbiamo chiesto di essere indispensabili per le donne, no? –
-Eh. –
-Di avere una notte folle nel loro intimo più profondo…-
– Eh. –
-Ma la smetti di rispondermi “eh”? –
-Che vuoi che dica, Max?! Quell’idiota di genio doveva occuparsi di un desiderio semplicissimo. Bastava trasformarci in due manzi e il gioco era fatto. Invece ha pensato bene di renderci oggetti. Così non possiamo né pomiciare, né palpeggiare. Perfetto, direi. Una meraviglia!”
-Guarda che certi oggetti hanno privilegi speciali. Prendi un collier di diamanti, per esempio. Le ragazze li guardano con gli occhi a cuore, farebbero follie per averne uno. –
-Bah. –
– Immagina di essere così desiderato, prezioso, ambito, finché non finisci nel cassetto di una fanciulla e poi sfoggiato sul décolleté, pelle a pelle, a sentire il profumo e il calore del seno. Mm…-
– Stai delirando, Max.-
-O forse ci ha trasformati in due graziose mutandine…-
Frank non ebbe modo di controbattere alle mie liete proiezioni, perché uno scroscio d’acqua gli mozzò le parole, seguito dal rimbombo strozzato di un peto. Per un frangente temetti una crisi isterica, ma con mio grande sollievo, del disagio di Frank rimase soltanto la vena polemica. Era pur sempre un miglioramento.
– Ma che è? C’ha portato in un cesso? Seriamente?! –
– Calma. Pensiamo. Cosa c’è nei cassetti del bagno di indispensabile e intimo per una donna? –
– Non saprei. Fotocamera? –
-Che? –
-Per i selfie da postare su Instagram. –
-Sai, non mi stupisco che sei ancora vergine, Frank. –
La conversazione si concluse così, perché un suono di passi catturò la nostra attenzione instillando un turbinio di aspettative ed emozioni. Lei stava venendo a prenderci, ad aprire il cassetto per instradarci nel suo segreto piacere: un’intima notte di follia con una bella ragazza, il tutto senza neanche la necessità di fare i romantici con chiacchiere morte. Grazie, Kanac. Non ebbi il tempo di pensarlo, che una lama di luce fendette il buio insieme a un tanfo indefinito di stagno.
-Max, amico mio! –
La tipa aveva scelto proprio me, e ora fluttuavo tra le sue dita, piccolo, duro e impotente, verso la parte più nascosta di lei. Solo allora, sbirciando indietro verso il cassetto, capii di essere stato estratto da una scatola di Tampax, dove il povero Frank starnazzava invano, mentre io mi approntavo ad affrontare il mio sanguinoso e maleodorante destino da vero uomo. In silenzio.
Valutazioni Giuria
2 – IL DESIDERIO DI MAX E FRANK – Valutazione: 40 Antonella: Lo spunto narrativo è divertente; la lettura è fluida tranne nella prima parte in cui non sono subito chiari i nomi dei personaggi. L’espressione “a un pisello dal naso”, anche se con possibile interpretazione in chiave ironica, è discutibile. Manca qualche virgola. Titti: La trama originale, è di difficile comprensione se non alla fine. Attinente all’incipit. Daniela: Testo molto originale, nonostante qualche errore di punteggiatura il racconto è ben scritto e la narrazione è fluida e coerente. Ketty: La trama risulta davvero originale. Purtroppo sono presenti alcuni errori di punteggiatura e una forma verbale, utilizzata durante un breve passaggio nel testo, che non convince molto. In questo caso specifico, data l’ironia del testo, facendo affidamento all’Accademia della Crusca, sorvolo sulla forma grammaticale più corretta che non risulterebbe, ahimè, in linea con lo stile adottato. Ottima attinenza con l’incipit. Nel complesso molto divertente. Marina: Racconto ben scritto anche se con qualche errore; inerente all’incipit. La trama risulta particolarmente interessante e in crescendo creando l’attesa dei fatti che si succederanno e del relativo finale. Finale sorprendente e comico. |