Un rumore improvviso svegliò chi soggiornava nel castello, mentre all’esterno la luce spettrale della luna illuminava gli scogli dell’Isola d’Elba. 

In quella fredda notte del 1° febbraio 1815, Alexandre era di guardia quando, da una torre del Castello del Volterrano, chiamò a gran voce i suoi compagni di battaglione intimandoli di raggiungerlo.

Fiero di essere colui che svelava l’origine di quel rumore, fece osservare a tutti loro da una fessura di avvistamento, l’attracco forzoso dell’Inconstant, un bastimento a due alberi che si era arenato nei pressi della rada di Portoferraio.

Che evento straordinario!

Lui che, nel principato dell’Isola, aveva il solo e noioso compito da mesi di guardare da una torre tutti i movimenti dell’Imperatore a Villa dei Mulini. 

Peccato però che tutte le sere la Villa veniva chiusa perché Napoleone l’aveva destinata a semplice residenza di rappresentanza, dato che adorava invece vivere l’esilio nella vicina e ben più’ lussuosa Villa San Martino. 

Quando entrava in turno lui, dunque, il prestigioso abitante puntualmente se ne era già andato; ad Alexandre non rimaneva che osservare, tutte le notti e da una terrazza a 395 metri sul livello del mare, quella Villa certo bella ma deserta, lottando contro la noia e il sonno. 

Sognava, prima o poi, di intravedere quell’Imperatore così famoso ma ancora quel desiderio non si era realizzato.

Quella notte però!

Come era stato eccitante l’allarme lanciato!

Si sentì la recluta più’ importante del battaglione grazie al suo pronto avvistamento. 

Il Granatiere in comando, nei giorni successivi, lo aveva lodato di fronte a tutti per l’ottimo servizio reso alla Compagnia. 

Erano potuti così intervenire subito sul luogo dell’impatto, salvare l’equipaggio, organizzare la messa in sicurezza dell’imbarcazione e l’inizio della sua riparazione.

Il Granatiere aveva prolungato il turno di presidio notturno di Alexandre per un altro mese, data la bravura dimostrata; avrebbe così potuto osservare al meglio tutti i movimenti dell’equipaggio durante le riparazioni.

E così fece. Sempre vigile, attento e curioso, non cedette mai al sonno; come si era fatta interessante ora la sua vita! 

Vide caricare giorno dopo giorno, tutto ciò che poteva servire ai naviganti per riprendere il proprio viaggio. 

Imbarcarono patate, acquavite e carne salata. 

Poi salirono a bordo i bauli carichi di vestiti e gioielli mentre, dopo la metà del mese, vide che i marinari iniziarono a riarmarla di cannoni.

Nelle prime ore di oscurità del 26 febbraio 1815 accadde la magia. 

Il desiderio di Alexandre si esaudì. 

In quella non più tanto fredda notte, vide centinaia di uomini, fra cui molti giovani delle famiglie elbane più in vista, piano piano, imbarcarsi sul brigantino.

I suoi occhi si persero nell’osservare quella bellissima folla; fu un attimo, una frazione di secondo.

Un bicorno nero di feltro con una coccarda blu era poggiato sulla testa di una sagoma maschile, distinta e piena di fascino che prendeva spazio sul molo mentre la folla gli concedeva il passaggio nel silenzio più assoluto. 

Lo riconobbe. Napoleone si stava imbarcando.

Alexandre rimase senza fiato. Era una visione che sospendeva ogni attimo, che mozzava il fiato.

Perse così la cognizione del tempo.

Vide il bastimento salpare, la folla muta agitare le sole mani in segno di ultimo saluto e il cappello imperiale allontanarsi poco alla volta dalla riva per svanire poi alla sua vista.

Quando l’orizzonte inghiottì tutta quella meravigliosa visione, Alexandre tornò in sé.

Trasse un respiro profondo e realizzò che d’ora in poi, il suo nome sarebbe diventato ancora più famoso.

Sarebbe stato per sempre e per tutti, lo stolto che non diede l’allarme della fuga imperiale.


Valutazioni Giuria

5 – La fuga imperiale – Valutazione: 39,5

Antonella:
Il racconto è originale, la lettura fluida ed esatti i riferimenti storici.
C’è qualche errore nell’uso della punteggiatura (es: “da mesi” deve essere tra due virgole
poichè è un inciso, la congiunzione “ma” deve, per regola, essere sempre preceduta dalla
virgola).
L’uso di una spiccata paratassi spezza un po’ la storia che, tuttavia, è incalzante.
La caratterizzazione del protagonista è ben costruita.

Titti:
La trama è originale, ma le frasi sono troppo brevi, mozzano il racconto, bello il finale a sorpresa.

Daniela:
Il racconto è originale e ben scritto, buona aderenza all’incipit

Ketty:
Trama originale. Scrittura corretta, solo due blandi errori di punteggiatura. Racconto adeguato e coerente con lo stile adottato. Attinente all’incipit.

Marina:
Trama originale; narrazione efficace e corretti i riferimenti storici